Titolo originale: Die Frau von Montparnasse: Simone de Beauvoir und die Suche nach Liebe und Wahrheit
Autrice: Caroline Bernard
Genere: Romanzo biografico
Anno di pubblicazione: 2022
Titolo in Italia: Il fiore di Parigi: Il romanzo di Simone de Beauvoir
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Maria Carla Dallavalle
Pagine: 371
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Chi era Simone de Beauvoir?
Spesso il suo nome viene associato a quello di Jean-Paul Sartre, noto filosofo e scrittore (premio Nobel per la letteratura nel 1964, che però rifiutò), del quale fu compagna storica.
Ma se oggi Simone è un’icona femminista mondiale, diverso era fino a qualche anno fa in cui sembrava ci fossiamo scordati di come la de Beauvoir fosse in primis un individuo a sé, con una sua propria essenza avulsa da quella del noto amante.
Insomma… questa è la sua storia.
Caroline Bernard riprende in mano la biografia di una donna anticonformista e molto avanti con i tempi così come aveva fatto nel suo La passione di Frida.
Accompagneremo Simone a partire dagli anni dell’adolescenza fino ad arrivare più o meno alla mezza età e il grosso della narrazione riguarderà proprio la storia d’amore con Sartre.
Avendo letto anche il precedente romanzo dedicato a Frida, ci sono un paio di cosette che mi hanno fatto storcere un po’ il naso.
In primo luogo, l’estrema somiglianza e sincronizzazione delle relazioni Frida Kahlo/Diego Rivera e Simone de Beauvoir/Jean-Paul Sartre.
Non nego che entrambe le relazioni fossero sui generis per i tempi, ma la descrizione che ne fa l’autrice le rende specchio l’una dell’altra… poiché procedono entrambe con lo stesso identico schema (il che è un po’ difficile da credere: persone diverse – quindi mi aspetterei reazioni diverse -, luoghi diversi).
Provo a spiegarmi meglio senza troppi spoiler.
Il patto di non esclusività del rapporto viene sempre proposto dalla parte maschile e accettato da quella femminile (in parole povere: l’uomo propone la reazione aperta, perché noi non siamo borghesi come gli altri e la donna accetta perché lo ama tanto).
Quando però avviene il primo “tradimento” (lo virgoletto perché comunque i patti son chiari dall’inizio quindi è difficile vederci il tradimento) sempre su spinta dell’uomo, la donna (che sia Frida o Simone) non accetta più la situazione, si sente tradita appunto, è gelosa, si arrabbia e fa scenate e solo per ripicca inizia a sua volta una relazione.
Ora… più che anticonformista, questa rappresentazione del rapporto mi pare ipocrita (e comunque troppo simile, anche nelle reazioni, a quanto già raccontato per Frida/Diego) e, alla fine, la descrizione del personaggio non è più quella di una anti-convenzionale ma quella di una donna rabbiosa succube delle decisioni altrui.
Alla fine si vorrebbe dare un’essenza propria a Simone de Beauvoir, ma comunque viene raccontata solo la relazione con Sartre; le poche pagine all’inizio e alla fine in cui Simone è Simone senza Sartre non sono onestamente insufficienti a rendere giustizia alla donna.
Si avverte – o almeno io l’ho avvertito – un certo distacco narrativo, una certa freddezza (e trattandosi di un romanzo, la cosa mi ha fatto un po’ storcere il naso); il personaggio è potenzialmente eccitante, ma il modo in cui è condotta storia non riesce a stare completamente al passo.