Firmino recensione

recensione firminoTitolo originale: Firmin. Adventures of A Metropolitan Lowlife
Anno di pubblicazione: 2006
Autore: Sam Savage
Genere: Narrativa
Titolo in Italia: Firmino
Anno di pubblicazione ITA: 2008

1.42 del 9 novembre 1960. Fuori l’aria è umida e fredda, mentre Flo  (cit. “il viso gentile e sciupato, il corpo pingue, no, rotondo”) attraversa di corsa Scolley Square a Boston. È così infreddolita, sola e dolorante che non può far altro se non nascondersi nel seminterrato di uno dei negozi che si affacciano sulla strada. E lì cerca di sistemarsi come meglio può in preparazione del lieto evento che sta per accadere. Lascia cadere uno dei libri più pesanti dei tanti, tantissimi accatastati in tutto il seminterrato e attorno a lei. Lo apre e, mordicchiando le pagine, cerca di creare un giaciglio accogliente per i suoi piccini che ormai stanno per arrivare. Quindi, eccoli… tredici piccoli ratti. Sono agitati, ancora ciechi, affamati. Tutti tranne uno, l’ultimo: Firmino. È così gracile che non riesce ad arrivare al latte della madre, scalzato via dai fratelli più grossi ed irruenti. Così gli resta una sola alternativa per non morire: mangiare la carta, quella stessa carta che la madre ha usato per costruire il loro nido. Ma Firmino acquisterà una consapevolezza insolita e quella carta si trasformerà ben presto in una pagina e le macchie d’inchiostro in righe. Da qui comincia la storia di questo singolare protagonista “umano” nel corpo di topo (anzi, ratto). Appassionato di poesia, letteratura e spettacoli erotici (e, sotto questo aspetto, ci sono certe battute e scene che l’autore avrebbe potuto tranquillamente evitare senza per questo togliere qualcosa al libro), filosofo, musicista… purtroppo troppo piccolo, insignificante e disgustoso perché la gente se ne renda conto.

Devo dire che è stata una lettura piacevole e scorrevole. Il libro si legge rapidamente (180 pagine) e sicuramente sorprende la trovata di un protagonista così particolare non solo per il suo essere ratto, ma anche per l’inquietudine e la drammatica consapevolezza della sua situazione. Detto questo, comunque, è una lettura che, in certi momenti, punta ad essere un po’ troppo lirica e retorica (e, forse, anche un po’ pedante). È un libro dal sapore malinconico dedicato a tutti i lettori.
Adesso sono curiosa di leggere La bibliotecaria – la vera storia di Marta la tarma – di Ciccarone (libro che sembra essere stato plagiato da Savage. Non ho idea, purtroppo, di come sia andata a finire questa storia né se questa ipotesi di plagio sia stata confermata. Anzi, se qualcuno è informato, mi faccia sapere).

Voto: 3,5/5


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