Titolo originale: Coraline
Anno di pubblicazione: 2002
Autore: Neil Gaiman
Genere: Fantasy/Libro per ragazzi
Titolo in Italia: Coraline
Anno di pubblicazione ITA: 2003
Coraline ha undici anni. Da poco si è trasferita in un nuovo appartamento con i suoi genitori (entrambi con un lavoro che possono svolgere a casa, ma nessuno dei due abbastanza interessato a prestare attenzioni alla bambina, nonostante il naturale affetto che provano per la figlia). La loro nuova casa, in realtà, fa parte di un complesso più grande.
Infatti, al pian terreno della villa abitano le due sorelle Miss Forcible e Miss Spink, ex attrici teatrali, adesso in pensione: i ricordi delle vecchie glorie ed i loro cani come uniche gioie. Nella mansarda, abita invece un vecchio circense ammaestratore di topi.
L’appartamento accanto a quello di Coraline è vuoto, ma c’è ovviamente un particolare che la incuriosisce. Nel salotto (cui è fatto divieto di accesso totale per Coraline) ricolmo dei vecchi mobili della nonna, la bambina trova una porta.
«E da quella porta dove si va?» domandò a sua madre.
«Da nessuna parte, tesoro.»
«Dovrà pur portare da qualche parte»
La porta in questione è per l’appunto murata e, per l’appunto, non porta da nessuna parte (ehehe… ok, scusa…). Proprio per questo, la madre di Coraline dimentica di richiudere la porta a chiave (tanto è murata, no?). No.
La bambina, infatti, scopre che dietro la porta si nasconde qualcosa. Un tunnel, buio e lungo e freddo. E lì in fondo ritrova sua madre. È lei… è lei. Eppure… C’è qualcosa che non quadra: i suoi occhi sono stati sostituiti da dei bottoni!
Ok, a questo punto lo devo ammettere: ho un rapporto conflittuale con Gaiman. Per quanto abbia apprezzato Stardust, non sono riuscita fare altrettanto con American Gods e, purtroppo, nemmeno con Coraline.
Ti spiego perché.
Avevo già avuto modo di conoscere Coraline grazie al film (di qualche annetto fa) di Henry Selick. Nemmeno allora mi aveva entusiasmata, ma – si sa – il libro è sempre meglio.
Così, lo avevo comprato, ma era rimasto sullo scaffale a prendere polvere… fino a ieri.
Sì… si legge molto rapidamente (basta meno di un paio d’ore in un tranquillo pomeriggio per finirlo).
Ovviamente, la storia è indirizzata a un pubblico giovane; anche se le storie di Gaiman si pongono sempre un po’ in bilico tra il “per ragazzi” ed il “per adulti“.
La storia (diciamo l’idea di base: la porta, i bottoni sugli occhi, l’altra madre, ect.) è interessante, ma ho avuto la brutta sensazione che fosse stata scritta rapidamente, giusto per dargli un finale senza però curarsi troppo di quello che c’era nel mezzo tra inizio e fine.
Manca un po’ lo spessore sia alla storia che ai personaggi. E, al termine della narrazione, il lettore si ritrova pieno di interrogativi senza risposta. Insomma, mi è sembrato come se la storia fosse stata “buttata lì”, senza però interesse ad approfondirne i contorni.
Si rimane molto sul generale, come se i dettagli ed i “perché” della vicenda non fossero importanti.
La questione va un po’ meglio sugli ambienti, descritti secondo l’occhio e le sensazioni di Coraline.
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Peccato perché sturdust è stupendo*_*