C’era una volta un sogno

c'era una volta un sogno

Titolo originale: Once upon a dream
Autrice: Liz Braswell
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione:
Titolo in Italia: C’era una volta un sogno
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Lisa Lupano 
Pagine: 464

– Ho ricevuto una copia di questo libro –

Malefica è sconfitta.

Adesso a Filippo non resta altro che baciare Aurora e…

La zia Malefica ha salvato gli abitanti del palazzo da un tremendo destino; il mondo esterno è diventato pericoloso ma fortunatamente la fata protegge chi si trova nel castello dagli orrori in agguato nella foresta.

Aurora trascorre così le sue giornate un po’ monotone tra balli e piccoli intrattenimenti quotidiani; certo, a volte ha questo inconfessabile desiderio di riabbracciare i genitori… ma non si può scendere nelle segrete del castello per fraternizzare con due traditori, con coloro che hanno causato la rovina del regno.

Insomma… ma non ci doveva essere un lieto fine qui?

Eh, hai ragione ma no… in C’era una volta un sogno l’intramontabile storia de La bella addormentata nel bosco prende un percorso un pochetto diverso da quello che tutti noi conosciamo.

L’idea alla base della collana “A twisted tale” mi intriga tantissimo (da amante dei classici Disney quale sono): cosa sarebbe accaduto se… le storie che tutti noi conosciamo e amiamo fossero andate in un altro modo?

Qui diciamo si è più davanti a una specie di contrattempo, di parentesi in cui la nostra Aurora/Rosaspina prenderà consapevolezza di se stessa e del suo ruolo di principessa e capirà che anche l’amore a prima vista – per quanto bellissimo – richiede comunque una certa dose di conoscenza in più.

Detto questo…

C’era una volta un sogno è un romanzo con degli spunti carini, ma che ricasca un po’ in alcuni stereotipi il cui compito sarebbe in realtà quello di abbattere stereotipi.

Per esempio appunto l’eroina che finalmente agisce e non si limita a essere una bambolina danzante pronta a addormentarsi al momento giusto; un principe che si discosta per apprezzare anche l’intelletto dell’amata (e non solo la beltade); una serie di aiutanti il cui ruolo è un attimino più elaborato.

Insomma ho trovato la storia “costruita” – per carità ogni storia è costruita – ma qui ho avuto la sensazione che si trattasse più di un compito da svolgere.

Molti passaggi sono un po’ buttati lì senza particolari approfondimenti e anche la storia va avanti perché così dev’essere.

Diciamo in breve che ho trovato il tutto un po’ artificioso e poco coinvolgente.

Ovviamente se sei affezionata/o alla fiaba e ai personaggi, è comunque un libro carino da tenere in libreria ma personalmente devo dire che purtroppo non mi ha entusiasmata molto.

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