In uscita questo settembre, Aristofane a Scampia è la storia di un’esperienza lunga venticinque anni: la storia di come avvicinare i giovani ai classici.
L’autore, Marco Martinelli, sarà a Sarzana (Festival della Mente, 4 settembre) e a Mantova (Festivaletteratura, 9-10 settembre).
Immaginateveli, sì, i vostri figli o alunni come se fossero degli asinelli, perché asini lo sono davvero – so bene che su questo punto siete d’accordo con me – ma immaginateli come asini turbolenti, pieni di paure e ombre, ma anche di desideri inconfessati, di passioni inespresse, affamati di vita, di ignoto, di sogni. Spesso a voi insegnanti e genitori nascondono questi sogni, se li tengono per loro, vi si rifugiano dentro come le talpe nelle loro gallerie sotterranee: è la loro tattica di sopravvivenza, non si palesano mai o quasi mai davanti ai vostri occhi come realmente sono. Dall’altra parte immaginate i testi antichi del teatro, i classici polverosi dai nomi impronunciabili: da Eschilo all’Aristofane che campeggia nel titolo di questo libro, da Plauto a Moliere a Shakespeare, fino ad Alfred Jarry, fino a Bertolt Brecht. Guardateli insieme, gli asini e i classici, i barbari e la biblioteca: niente di più lontano, dite voi? Avete ragione: un adolescente di oggi conosce tutti i tipi di iPhone, e sa smanettare su ogni tastiera elettronica, casomai si diverte a un concerto rock o navigando per ore in rete o guardando il calcio in televisione; che hanno a che fare con lui quei busti da museo, quelle barbe intimorenti e quella noia annunciata? Nulla. Gli asinelli e i classici sono legni che appartengono ad alberi lontanissimi tra loro, ai confini opposti della foresta, destinati a non incontrarsi. Ma se qualcuno fosse in grado di avvicinarli? Se avvicinandoli scoprisse che si possono sfregare insieme, fino a raggiungere una temperatura altissima, fino a far nascere, da quello sfregamento, una scintilla? Il miracolo del fuoco? Non e possibile, pensate voi. E possibile, vi rispondo io. E lo sto sperimentando da venticinque anni, questo sfregamento. Nel libro proverò a raccontarvelo.
Marco Martinelli
L’autore
Marco Martinelli, nato a Ravenna, è tra i maggiori registi e drammaturghi del teatro italiano. Il ruolo che meglio lo descrive è quello di capo comico: le sue opere infatti – testi e spettacoli – nascono dall’interazione e dal rapporto di vicinanza con gli attori del Teatro delle Albe, fondato nel 1983 insieme a Ermanna Montanari, Luigi Dadina e Marcella Nonni. Venticinque anni fa , quasi per caso, ha dato vita alla Non scuola, un laboratorio teatrale per mettere in contatto i grandi classici del teatro con gli adolescenti e viceversa. In lui e nel teatro delle Albe, Claudio Meldolesi ha visto «un collettivo di irriducibili individualità»; mentre l’esperienza di “meticciato teatrale” tra attori italiani e senegalesi (da anni componente stabile della compagnia) è stata definita da Franco Quadri come «l’ultima riprova che la fabbrica del teatro africano è in Europa, come già ci avevano ammonito Genet e Brook». Ha vinto numerosi premi per i testi, la regia e il progetto Non scuola, che è stato vincitore del premio Ubu. Martinelli ha inoltre pubblicato scritti e articoli su numerose riviste: Lo Straniero,doppiozero.com, Vita.
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