Titolo originale: Hyakka No Maho
Autrice: Saki Murayama
Genere: Romanzo
Anno di pubblicazione: 2021
Titolo in Italia: A volta basta un gatto
Anno di pubblicazione ITA: 2022
Traduzione di: Daniela Guarino
Pagine: 335
– Ho ricevuto una copia di questo libro –
Nella città di Kazahata si trovano i Grandi magazzini Hoshino, un punto centrale per l’intera cittadina e per i suoi abitanti non solo per lo shopping ma anche per le loro vite.
All’interno dei magazzini Hoshino, ci sono ascensori di vetro, una bellissima terrazza dove si organizzano eventi e una vetrata su cui è rappresentato, tra gli altri, un gattino bianco.
Ed è qui che parte la storia: si dice infatti che chi ha la fortuna di scorgere un gattino bianco nei pressi dei Grandi magazzini, vedrà il proprio desiderio esaudito.
Faremo così la conoscenza di Isana, di Yūko, di Kengo e di altri dipendenti della struttura, ma anche dei clienti; tutte le loro storie si legheranno tra loro grazie ai Grandi magazzini e a questo gattino porta-fortuna.
A volte basta un gatto è un romanzo antologico ricco di magia e positività.
Ogni personaggio ha la sua storia da raccontare, il suo passato da risolvere e lo sfondo dei Grandi magazzini – pensati con una professionalità, un’attenzione e una disponibilità verso il cliente tutta giapponese – è davvero perfetto.
Se l’idea, le storie e questa tenera magia mi sono piaciuti davvero molto, non posso dire purtroppo lo stesso dello stile con cui il romanzo è narrato.
Le voci dei diversi punti di vista (sebbene il narratore sia comunque in terza persona) non si discostano molto l’una dall’altra; l’introspezione è eccessivamente dettagliata… così dettagliata che alcune informazioni si ripetono a distanza di qualche pagina e questa sensazione di déjà vu diventa, a lungo andare, poco gradevole all’interno di una narrazione già molto diluita e lenta.
Quindi giusto per ricapitolare: sì ai Grandi magazzini (un’ambiente così pieno di vita e affetto che scalda davvero il cuore); sì a questa dolce magia che rende la vita più sopportabile; no – almeno per me – a uno stile troppo lento, uniforme, denso e a tratti ripetitivo.
