Sette brevi lezioni di fisica recensione

libri più venduti aprile 2015 - sette brevi lezioni di fisicaTitolo: Sette brevi lezioni di fisica
Autore: Carlo Rovelli
Genere: Divulgativo-scientifico
Anno di pubblicazione: 2015

«Da quando abbiamo imparato che la Terra è rotonda e gira come una trottola pazza, abbiamo capito che la realtà non è come ci appare: ogni volta che ne intravediamo un pezzo nuovo è un’emozione. Un altro velo che cade.»

«Nasciamo e moriamo come nascono e muoiono le stelle, sia individualmente che collettivamente. Questa è la nostra natura. Per noi, proprio per la sua natura effimera, la vita è preziosa.»

Ho voluto iniziare questo mio commento con due citazioni che, a mio parere, esprimono bene quella che è l’aria – molto romantica (di scientifico, diciamo, che rimane poco) – che si respira con questo libro. È innegabile, infatti, la passione che traspare e che viene anche trasmessa mentre Rovelli ci espone queste sue brevi lezioni.

Ma veniamo alla recensione.

Linguaggio fresco e semplice; concetti essenziali spiegati più o meno chiaramente (devo, infatti, riconoscere d’averne immediatamente compresi alcuni grazie alla mia precedente lettura. Ad esempio, la radiazione di fondo, nel libro di Rovelli giusto citata). A questo proposito, infatti, non mi è possibile non fare un paragone con il libro di Hawking, sia perché è lettura di poco tempo fa sia perché, sotto certi aspetti, trattano gli stessi argomenti (introducendoli ed analizzandoli con gli stessi esempi e l’uso degli stessi paradossi – vedi il caso dei gemelli che invecchiano diversamente a seconda se uno si trovi vicino alla Terra e l’altro, ad esempio, nello spazio).

Parto con il dire, però, che sono “prodotti” divulgativi che nascono in maniera completamente diversa: il libro di Hawking nasce proprio come tale; quello di Rovelli, invece, è il frutto di un sapiente “incollo” e “aggiusto” di articoli redatti per il giornale.

Forse anche per questo, ho avuto la sensazione che i concetti, mostrati nelle sette lezioni, siano un po’ gettati alla rinfusa, condensati in pochissime righe e con balzi temporali spesso troppo ridotti. Nonostante questa impostazione diversa e sebbene risulti evidente che lo scritto di Hawking sia più organico (come se fosse una chiacchierata) e quello di Rovelli proceda più a “compartimenti stagni”, “Sette brevi lezioni di fisica” è comunque una lettura interessante (anche se sicuramente non sorprendente), piacevole e, sì, anche semplice.

Come scrivevo all’inizio, infatti, i concetti – elementari – sono spiegati abbastanza bene, anche se davvero molto edulcorati, pieni di loop temporali ed esempi che, forse, mirano più ad impressionare il lettore che non ha fornirgli davvero una spiegazione.

Ripeto, molti concetti, sballottati un po’ in qua e un po’ in là o riuniti assieme ad altri temporalmente molto successivi (tanto da far apparire le grandi teorie universali come concetti partoriti dalla mente di un unico genio, quando invece si è trattato della collaborazione e della fondazione di altre teorie che hanno gettato le giuste basi), sono davvero basilari e, laddove si faceva qualche vago cenno a qualcosa di più complesso, ho avuto personalmente gioco facile, ricordando che ci avevo già ragionato sopra grazie al testo di Hawking o alle mie – scarse – conoscenze in materia.

Le lezioni sono, sostanzialmente, una ripetizione di concetti già noti (un po’ come i primi capitoli del libro di Hawking; con la differenza che quest’ultimo getta le basi per fare un “balzo” nel particolare dei concetti verso gli ultimi capitoli; Rovelli, invece, resta molto in superficie). Comunque, nonostante abbia trovato alcune somiglianze (per argomenti e teorie trattate), si tratta di due libri diversi (anche solo per il fatto che quello di Rovelli è ovviamente più aggiornato e meno “accurato”, nel senso che ho spiegato sopra), quindi è giusto che analizzi unicamente le sette “lezioni” di Rovelli.

Più che libro, quindi, lo definirei una rapida “esposizione” (per i motivi che dicevo all’inizio); più che divulgazione di concetti scientifici direi “divulgazione di considerazioni” (= quanto è bello e vario l’universo; quanto sono numerose le galassie ed i “soli” con sistemi di pianeti annessi; quanto siamo piccoli noi rispetto a queste cose; quanto grandi sono stati i nostri passi nello nostra consapevolezza di queste materie e quanto ancora poco ne conosciamo).

Forse, uno dei problemi che ho avuto nella lettura è quello d’aver avuto alcuni di questi concetti già sedimentati, ripresi e riaffrontati poi grazie ad altre letture dello stesso genere. È vero che il breve saggio di Rovelli si rivolge, per sua espressa dizione, a coloro che non conoscono la scienza moderna o la conoscono poco. Però, a chi non conosce la scienza (e anche a chi la conosce poco), mi sento sicuramente di suggerire altro. Non tanto perché il testo di Rovelli sia errato o scritto male. Affatto. È solo che, nel contesto scientifico-divulgativo, abbiamo esempi sicuramente più strutturati e ugualmente comprensibili. Uno su tutti? Eheheh, non sto a ripetermi: scommetto che lo hai già capito!

In ogni caso, vorrei sottolineare un dato molto importante: per alcuni mesi, il libro di Rovelli è rimasto sulla cresta dell’onda in poll-positision nella classifica dei libri di venduti. Ciò è sicuramente un aspetto positivo e confortante, segno che i lettori sanno apprezzare – e non si fanno certo spaventare da – libri un po’ più “impegnativi”. Se è vero che taluni ambiscono solo ad avere tra le mani l’ennesima pochezza commerciale del momento, è altrettanto vero che esiste un’altra categoria di lettori (spero altrettanto numerosa della prima) capace di dimostrare il suo interesse per il contenuto ed il reale valore di un’opera.


Una risposta a “Sette brevi lezioni di fisica recensione”

  1. Io non riesco proprio a farmi piacere questi libri..ne ho uno di Hawking l’ho iniziato ma mi sn addormentata e mi dispiace tanto perché il mio compagno ha detto che è un libro bellissimo!!:/

I commenti sono chiusi.

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