Maze Runner Il Labirinto recensione

Recensione Maze Runner Il labirinto

Titolo originale: The Maze Runner
Anno di pubblicazione: 2009
Autore: James Dashner
Genere: Fantascienza/Distopico/Ragazzi
Titolo in Italia: Maze Runner Il Labirinto
Anno di pubblicazione ITA: 2011

Prequel:
– Maze Runner La mutazione
– Il codice.

Seguito da: 
– La fuga;
– La rivelazione.

Thomas (Tom, Tommy, Fagio, da qui i nomignoli si sprecano) è intrappolato in un non meglio precisato cunicolo. È tutto buio (o quasi), ha paura e non ricorda niente.

Niente.

Manca poco è incerto pure sul suo nome.

Quando, a un tratto, sente delle voci, vede delle mani. E si ritrova circondato da una banda di bimbi sperduti in mezzo ad una radura (detta, molto fantasiosamente, la Radura).

I radurai, alias i bambini sperduti, vivono lì.
Hanno qualche animale per gli allevamenti (galline, mucche, ect.), un cuoco e una mensa comune, dei costruttori e altre amene occupazioni. Il più vecchio di loro avrà sì e no sedici anni.

Ovviamente, Thomas/Fagio (=fagiolo, in quanto ultimo arrivato) è confuso. Ma nessuno dei suoi nuovi compagni gli può spiegare nulla. Dovrà attendere l’indomani mattina, quando tutto sarà più chiaro e lui stesso sarà più ricettivo alle spiegazioni dei “colleghi”.

In ogni caso, le cose che non tornano sono tante e non sono poi così stupende e placide come appaiono a prima vista.

In primis, Thomas scopre che il suo cunicolo viene chiamato dai radurai la Scatola, attraverso la quale dei non meglio specificati Creatori recapitano “regali” (ogni due settimane cibo e vestiti, ogni mese un ragazzo – n.b. solo ragazzi).

Inoltre, uno strano gruppo detto “dei velocisti” si infila, ogni giorno, nel labirinto adiacente alla radura e corre e corre. Sembrano essere incastrati, ma nessuno sa bene come uscire.

E intanto ogni sera, le porte del Labirinto si chiudono per non lasciare che i Dolenti, mezzi umani mezze macchine assassine, invadano la radura e uccidano tutti i suoi abitanti.

Ovviamente, questa “calma piatta” è destinata a finire.

Le scorte si interrompono, le porte del Labirinto non si chiudono più, la gente impazzisce, per la prima volta una ragazza viene ritrovata nella Scatola e annuncia che la fine è giunta.

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Il libro è per ragazzi. E il mio primo errore sta sempre qui: mi ostino a voler leggere romanzi per ragazzi, quando ormai non posso più essere annoverata tra i teenagers (comunque, ripeto, non sono così vecchia e non vedo perché la lettura per ragazzi debba essere considerata un settore pieno di roba quasi “scadente“).

Comunque, sebbene l’idea di base sia indubbiamente originale (dei ragazzi spuntano fuori da una “Scatola”, alcuni sono “obbligati” a correre come topi in un labirinto senza senso, organizzati e accolti in questa “Radura” da dei non meglio identificati “Creatori”), è il contenuto che un po’ manca.

Nonostante si parta in quarta (con una dinamica di base, ripeto, originale), la narrazione non regge l’impianto. Il tutto si fa scontato e prevedibile, clichè a gogo, schemi e canoni già visti e rivisti nella dinamica distopica che, ultimamente, prende molto.

Il linguaggio inventato dei radurai (insomma, qualche parola), se da un lato è un’idea carina, dall’altro è davvero troppo elementare per poter essere ritenuto di una qualche rilevanza.

I personaggi non sono definiti per niente.

I secondari sono delle macchiette, dalle quali può sparirne improvvisamente una senza che il lettore subisca gravi lutti.

Lo stesso problema, però, si ha anche con i quattro/cinque personaggi principali: tutti fatti con lo stampino.

Nemmeno il protagonista, Thomas, ha dei contorni ben chiari. Il modo in cui l’introspezione dei personaggi viene riportata… beh, a parte il fatto che è limitata al solo Thomas, ma poi è davvero a livello di scuola elementare: sono triste, mi sento solo, ho paura e via discorrendo.

Mi hanno lasciata scettica e perplessa anche le descrizioni.

Non si capisce bene. Si cerca di precisare troppo, ingenerando semplicemente confusione. Insomma, non conta che una descrizione sia particolareggiata, ma che sia capace, anche con poche pennellate, di creare un quadro ben definito nella mente del lettore.

Insomma, purtroppo l’acquisto (dell’intera saga di Maze Runner, ahimè! Dovrei andare più cauta con gli sconti e non farmi prendere dalla trepidazione) è stato fatto e mi vedo costretta a finire la saga giusto per non sentire quella sgradevole sensazione d’aver sprecato i mie soldi, ma proseguo davvero a malincuore.

valutazione male runner il labirinto


 

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6 Risposte a “Maze Runner Il Labirinto recensione”

  1. Credo proprio che dopo tutte le recensioni questo libro sentite e lette non lo leggerò..insomma erano tutte negative!!XD devo dire che i mondi tipo hunger games e divergent mi hanno un po stancato ormai i libri mancano di personalità sono tutti uguali e mi stufo!! Credo proprio che ho fatto bene a non comprare questa serie:)

    1. Condivido: anche io sono stanca (e mi sento anche un po’ presa in giro come lettrice) da tutti questi libri-copia che spuntano fuori come funghi, seguendo il tormentone del momento. Andava di moda Twilight? Ecco che siamo stati tutti invasi da vampiri et similia (ed io non disdegno il genere, ma apprezzo più una cosa alla Anne Rice, l’autrice, tra i tanti, di “Intervista col vampiro”). Adesso abbiamo 50 sfumature di grigio, giallo, rosso, tè verde ect. e i sosia distopici di Hunger Games… Basta!!!

  2. È vero ti do pienamente ragione ora sto leggendo un libro che mi sta piacendo molto che è la casa per bambini speciali di miss peregnine per il momento ho letto le prima 150 pagina in un solo fiato!! Diverso dai soliti, non è un distopico ma un paranormale lo definirei te cosiglio vivamente!!

    1. Ti ringrazio! Appena ho smaltito un po’ di arretrati me lo leggo! Nel frattempo, me lo son segnato nella lista dei ‘to read’ su Goodreads!

  3. Eh mannaggia! Non ti ho dato ascolto e trovando l’occasione di uno sconto ieri ne ho presi tre (primo, terzo e l’ultimo). Quindi me li leggerò sperando che almeno i successivi siano meglio! Anche nel film si ritrova un po’ quel che dici dei personaggi… Ma sicuramente la mano degli sceneggiatori ci ha messo lo zampino per far uscire il film meglio di come sarebbe venuto se fosse stato identico al libro. Per esempio io non ho trovato traccia del linguaggio del luogo se non nel nome della radura.
    Ma ti farò sapere volentieri. Per ora mi appunto il tuo bel blog! Saluti, da Simona alias leggendolibri su Goodreads
    Buon ferragosto!

  4. Certo che ti farò sapere! Per ora sto nella pace dei sensi per aver finito la Trilogia del silo 😀 ma a Settembre credo che ripartirò proprio da questa giusto per togliermi un po’ di libri dal caos che regna in giro per casa con le pile dei libri da leggere “assolutamente” e che si moltiplicano a vista d’occhio… Tant’è che comincio a chiedermi se i libri si riproducano… O.o
    Buone letture anche a te!
    Simo

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