Titolo: Quidditch Through the Ages
Autore: Kennilworthy Whisp/J.K. Rowling
Genere: Saggio
Anno di pubblicazione: 2001
Titolo in Italia: Il Quidditch attraverso i secoli
Anno di pubblicazione ITA: 2002
Trad. di: Beatrice Masini
Vedi anche:
Eccomi ancora nella biblioteca di Hogwarts. Salani, infatti, ha curato delle edizioni nuove di “Animali fantastici e dove trovarli“, “Le fiabe di Beda il bardo” e “Il Quidditch attraverso i secoli” tutte accomunate dal bollone “Proprietà della biblioteca di Hogwarts” (me li sono regalati per Natale; i link alle recensioni sono inseriti sopra).
Ognuno di questi tre libri è legato al mondo di Harry Potter (ma non si tratta di veri e propri spin-off; sono una sorta di racconti/brevi approfondimenti del mondo della magia).
Il primo è un libro di testo adottato dagli studenti di Hogwarts; il secondo raccoglie delle fiabe, tra cui anche quella famosa sui tre fratelli che gabbano la morte (“La storia dei tre fratelli”/”I doni della Morte“); e il terzo è un curioso libello sulla storia del Quidditch.
Veniamo, quindi, al Quidditch attraverso i secoli. Anche l’incasso di questo libro viene devoluto in beneficenza; qui ancora una volta a Comic Relief, sicuramente la più conosciuta società di beneficienza inglese.
Lo sport del Quidditch ha origini molto antiche: la sua prima comparsa risale all’Undicesimo secolo, nella palude di Queerditch, quando una palla di cuoio finì tra i cavoli della strega Gertie Keddle (per la cronaca, la strega in questione non apprezzò affatto l’incursione della palla nel suo orto).
Di secolo in secolo seguiamo, quindi, l’evoluzione di questo sport: dalle regole ai tanti falli, dal cavalcare una scopa (con o senza incantesimo “Imbottito” a incidere sulla comodità della cavalcatura) fino alla produzione dei fantastici modelli Nimbus; dalla sua diffusione nel mondo (in Oriente, le scope fanno un po’ fatica a soppiantare i tappeti volanti) alle tante squadre che si affrontano tra Coppa del Mondo, Coppa Europea, ect.
Anche qui, come nel caso di “Gli Animali fantastici e dove trovarli” e “Le fiabe di Beda il bardo“, troviamo una prefazione a cura sempre di Albus Silente; in più, qui abbiamo una serie di autorevoli commenti. Ad esempio, Gilderoy Allock fa i complimenti a Whisp, sostenendo che «se continua così, uno di questi giorni potrebbe ritrovarsi fotografato assieme a me!»; mentre Rita Skeeter de La Gazzetta del Profeta non si sbilancia («Ho letto di peggio»).
Dal registro di restituzione all’inizio del libro scopriamo che abbiamo compagnia fra i lettori di Hogwarts: infatti, anche Cedric Diggory, Fred Weasley, Hermione Granger e Harry Potter hanno preso in prestito il libro dalla biblioteca di Madama Prince (che, per la verità, non è molto contenta di condividerlo con noi babbani… anche se, come ho già avuto modo di dire, sono convinta che la mia lettera per Hogwarts sia andata presa… del resto, Voldemort distrusse i registri dei nati babbani!).
Insomma, in questo libretto, scopriamo alcuni dettagli interessanti sul Quidditch. Ad esempio, sapevi che i primi Boccini d’oro non erano palline in metallo, ma poveri uccellini? I Golden Snidget rischiarono l’estinzione, poichè la cattura del Boccino d’oro consisteva in realtà nello schiacciamento del povero animaletto. Solo l’invenzione di Bowman Wright, che creò il Boccino come lo conosciamo noi oggi incantandolo con numerosi incantesimi affinché riproducesse il volo del Golden Snidget, pose fine a questo sterminio.
Golden Snidget nella riproduzione grafica del libro
Per evitare poi che i Babbani scoprissero questo divertimento dei maghi, numerose furono le procedure adottate e i richiami e le sanzioni attribuite a chi violava le disposizioni. Tuttavia, qualche problemuccio nel corso dei secoli c’è stato tanto da arrivare, nel 1674 (con l’istituzione della Lega), a decidere di limitare il numero delle squadre professioniste. Ahimè, in Italia non abbiamo squadre di Quidditch o, almeno, non siamo forti abbastanza da essere nominati (Lussemburgo, Bulgaria, Portogallo, Francia e Germania hanno più fortuna di noi).
Insomma, tirando un po’ le fila del discorso che qui sennò ti racconto tutto il libro. Traspare una certa somiglianza tra le regole del Quidditch e quelle dei nostri calcio e basket (ad esempio il Quodpot americano pare una specie di schiacciasette), con la differenza sostanziale che il Quidditch è uno sport paritario e, nella stessa squadra, giocano indifferentemente maghi e streghe (l’unico caso di squadra interamente al femminile sono le Holyhead Harpies).
Anche qui, come nel bestiario di Scamander, la declinazione è sempre inglese, nel senso che prevalgono le squadre e aneddoti inglesi e irlandesi, affiancante da quelle di Galles e Scozia.
Tutto sommato un libro carino, interessante per i frammenti di mondo magico che ci regala, ma, come ho già scritto per le recensioni degli altri libri dalla biblioteca di Hogwarts, nulla di che. Simpatico, ma fino a un certo punto (perché le battute ci sono, ma, sarà l’umorismo inglese, mi è parso che occhieggiassero più al lettore nella speranza di farlo ridere che non impegnarsi seriamente per scaturire una risata sincera).
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