6 libri che non avresti mai detto ispirati a terribili storie vere

Bustle.com ci delizia sempre con queste classifiche molto particolari e interessanti. Oggi, quindi, seguiamo questa scia e scopriamo assieme sei libri, con delle storie così terribili e tristi, che mai avremo pensato tratti da storie vere.

ho lasciato entrare la tempesta

Un po’ meno conosciuto in terra nostrana, in America (noto come Burial Rites) il libro di Hannah Kent ha vinto un importante premio per la fiction (Bailey’s Women’s Prize for Fiction) nel 2014.
Insomma, la storia raccontata è vera. La protagonista, Agnes Magnúsdóttir, fu accusata, nel 1828, d’aver ucciso un suo impiegato, assieme ad un altro uomo suo complice. Entrambi furono condannati alla pena capitale.

Strega, seduttrice, colpevole, assassina: Agnes Magnúsdóttir è accusata di molte cose. Perché nell’Islanda dell’Ottocento – immersa nella nebbia come in mille superstizioni – lei, con la sua bellezza, il suo animo ribelle, la sua intelligenza troppo vivace, è diversa da tutte. Diversa anche per l’uomo che si è scelta: Natan Ketilsson, un uomo più vicino ai diavoli dell’inferno che agli angeli del paradiso, come mormorano nel villaggio, capace di risuscitare i morti con pozioni a base di erbe conosciute solo da lui. E ora che Natan è morto, ucciso da diciotto coltellate, il villaggio decide che la colpevole dell’efferato omicidio non può che essere lei, Agnes. La donna che lo amava. E mentre, ormai condannata, attende la morte per decapitazione, Agnes racconta la sua versione della storia alle uniche persone amiche che il destino le concede nei suoi ultimi giorni: la moglie del suo carceriere, e un giovane e inesperto confessore. E anche se la morte sarà la fine inevitabile, per Agnes la vita continua altrove: nei pensieri, nei sogni, nelle storie che ha letto, e nell’amore per Natan. Le cose che appartengono soltanto a lei, e che nessuno potrà toglierle.


psycho

Questo è, se vogliamo, più inquietante del precedente. Conosciuto anche per il suo fortunatissimo riadattamento cinematografico, Psycho parla della storia di Norman Bates. Ecco, la sua figura è ispirata a quella (reale) di Ed Gein, tristemente noto nel Wisconsin come brutale assassino.

Nei pressi della cittadina di Fairvale si staglia la sagoma solitaria del Bates Motel. Nelle vecchie stanze mai rimodernate, il suo proprietario, Norman Bates, conduce una vita ripetitiva e solitaria, in balia della vecchia madre, tirannica e possessiva. Durante uno dei loro continui litigi, mentre cade una pioggia incessante, giunge al motel una giovane donna. Mary Crane ha impulsivamente sottratto quarantamila dollari all’agenzia immobiliare dove lavora – per saldare i debiti dell’uomo che ama – e ha deciso di fermarsi al motel per riposare e pensare con calma al da farsi. Inizia così il romanzo che ha ispirato il più noto capolavoro di Alfred Hitchcock, la pietra miliare di un certo modo di intendere la paura e trasmetterla al pubblico. Per molto tempo il successo della pellicola ha oscurato i meriti di Robert Bloch. Oggi “Psycho” inaugura una serie di pubblicazioni attraverso la quale il Saggiatore intende riscoprire le fonti letterarie del regista, operando una scelta basata sulla qualità dei testi e degli autori. “Psycho”, il romanzo, riletto oggi rivela tutta la sua potenza. Per i temi che affronta – pornografia, matricidio, travestitismo -, per la sovversione delle convenzioni narrative, per le svolte ingegnose. Ma soprattutto per la banalità dell’orrore, messo in scena all’interno di un microcosmo provinciale apparentemente tranquillo. Una formula che diventerà poi un tòpos della letteratura e della cinematografia statunitense.


agatha christie_assassinio-sullorient-express

Uno dei libri più conosciuti di Agatha Christie è basato sul rapimento e l’uccisione, avvenuta due anni prima della pubblicazione del giallo, del figlio di Charles Lindbergh, nel 1932.

Salito a bordo del leggendario Orient Express, l’impareggiabile investigatore Hercule Poirot è costretto a occuparsi di un efferato delitto. Mentre il treno è bloccato nella neve, infatti, qualcuno tra i passeggeri pugnala a morte il ricco signor Ratchett. Evidentemente l’assassino deve nascondersi fra i viaggiatori, ma nessuno di loro sembra avere motivo per commettere il crimine. Un’indagine complicata attende l’infallibile detective.


lo squalo peter benchley

Anche Lo squalo, di Peter Benchley, è ispirato ad una “storia” vera. L’autore prese come riferimento una escalation di attacchi di squali, avvenuti nel 1916 a Jersey Shore.

L’assassino è una spaventosa creatura degli abissi marini, il terribile squalo bianco mangiatore d’uomini, potente e inafferrabile macchina di morte.


tutta colpa delle stelle

Anche la triste storia raccontata nel libro di John Green è ispirata alla realtà, come confessa lo stesso autore.
Esther Earl.
Divenne conosciuta su YouTube, dove decise di aprire un canale nonostante l’infausta diagnosi.
La storia raccontata è inventata, ma la sua protagonista no.

Hazel ha sedici anni, ma ha già alle spalle un vero miracolo: grazie a un farmaco sperimentale, la malattia che anni prima le hanno diagnosticato è ora in regressione. Ha però anche imparato che i miracoli si pagano: mentre lei rimbalzava tra corse in ospedale e lunghe degenze, il mondo correva veloce, lasciandola indietro, sola e fuori sincrono rispetto alle sue coetanee, con una vita in frantumi in cui i pezzi non si incastrano più. Un giorno però il destino le fa incontrare Augustus, affascinante compagno di sventure che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, insieme possono riacciuffarlo. Ma come un peccato originale, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo, e in quanto tale andrà pagato.


shining

L’altrettanto famoso Shining di Stephen King è ugualmente ispirato ad una storia vera accaduta all’autore.  Nel 1974, King e sua moglie pernottarono allo Stanley Hotel, un hotel noto per essere infestato. Durante la notte, lo scrittore ebbe un incubo terrificante che fu la sua epifania per scrivere il libro.

L’Overlook, uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d’inverno quando l’albergo chiude e resta isolato per la neve. Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all’Overlook ed è allora che le forze del male si scatenano. Dinanzi a Danny, che è dotato di potere extrasensoriale, lo shine, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell’albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima.


2 Risposte a “6 libri che non avresti mai detto ispirati a terribili storie vere”

  1. Sì però l’incubo di King è marginale nella vicenda raccontata in The Shining. Il focus non è sul manicotto antincendio che pare prendere vita ma sugli omicidi (che non sono mai avvenuti nell’albergo reale)

I commenti sono chiusi.

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